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Il cielo sopra Villafranca…

Sabato, 30 luglio, alcuni momenti di felicità provvisoria, per dirla alle Matteo B. Bianchi.  Ero al concerto di Ben Harper ma, come è successo per quello di Jovanotti, dire che è stato un bel conecrto è riduttivo.
La prima parola che mi viene è “comunicazione”, quella che Beh ha instaurato con il pubblico e che ha ricevuto di ritorno, fin dall’inizio ma che alla fine è diventato qualcosa di più: essere partecipi di una canzone che Ben ed il gruppo avevavo  composto la mattina stessa, per il fatto di esseresi svegliato nella città di Romeo e Giulietta.
La punta massima è stato un momento che ha lasciato tutti con un qualcosa di più dentro. Ad un certo punto, come fosse un tuffutare, Ben è sceso dal palco per entrare nel suo pubblico e da lì ergersi e cantare, a cappella e senza microfono, con una voce possente e dolorosa, emozionante e sincera. Un lamento, forse una preghiera, qualcosa che è andato oltre alla normale esibizione.
Era come se fosse un gladiatore nell’arena, che gridava al mondo tutto il suo credo (fatto di “non arrenderti mai, lotta, combatti per un mondo migliore”).
In certi momenti sembrava un muezzin che con la sua voce invitava alla lotta pacifica, personale, quotidiana per vivere meglio, per vivere in modo attivo.
Detta così sembra quasi che Ben abbia del predicatore ma in questo caso era evidente (e per questo pià profondo) il messaggio che lanciava ad ogni canzoni.
Le atmosfere erano le più diverse, dall’intimista al rock più… rock, dal “muezzin” allo stile western/saloon o atmosfera alla Tarantino (penso a “dal tramonto allalba”), dal momento quasi da ballare con un riff anni 80 fino ai suoi successi più famosi.
Ma l’atmosfera era data dal luogo, L’interno della Fortezza Scaligera, un luogo di per sè affascinante. Ieri era come se passato e futuro si fossero dati apputamento lì: la Fortezza, dentro Ben, la gente, tanta energia e in cielo? Beh, un raduno di astronavi e dischi volanti…
Erano solamente gli aerei che atterravano nel vicino aeroporto ma che, in un cielo nero, minaccioso di pioggia, “brillavano” per le loro luci bianche, gialle, rosse… Futuro, passato ed il presente. Ben che si è dato come solo lui sa fare anche perchè in Italia in genere è “in tune” sintonizzato con il pubblico sulla stessa frequenza di energia.
giannolo

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