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Un tuffo nella “new wave italiana e il free jazz funky inglese…”

Che bello!!!

Che bello questo racconto edito da Terre di Mezzo, scritto in modo perfetto da  Matteo B. Bianchi anzi non solo in modo perfetto ma in quel modo “leggero” come ai tempi del fondamentale “Generations of Love”.

Se poi chi legge ha un’età per poter aver vissuto come l’autore (ma anche come me) gli anni 80, beh, questo racconto diventa pure un po’ malinconico, un po’ nostalgico e ti stringe il cuore.

Le 48 pagine del libretto, essenziale ma veramente efficace la copertina stile musicassetta appunto mooooolto anni 80 sia per il logo che per il colore, volano via mischiandosi (impossibile che non succeda) con i ricordi che, come spesso accade con i romanzi diMatteo B.Bianchisono, se non quelli di tutti, i ricordi di molti.

La si respira, la si assapora pagina per pagina questa voglia di fare. Fare qualcosa ma soprattutto fare un qualcosa che ti piaccia, che ti prenda tutto il tempo che hai a disposizione, che ti faccia sentire “vivo”.

L’entusiasmo, l’incoscienza sono tangibili e contagiose, e sono poi il senso del libro, aldilà del gioco di ricordare quei tempi andati e com’eri tu, cosa facevi allora, negli anni 80!!

“Il fare” o meglio buttarsi in un progetto che piace, sempre! Un po’ “l’importante è crederci, non arrendersi mai” (per dirla stile… tv). Insomma, vivere e fare con entusiasmo. Ed anche se alla fine sarà un’esperienza breve, solo un capitolo della tua vita, beh lo ricorderai sempre con questo gioia magari con malinconia ma una malinconia “sana”.

Credere poi che questo modo di comportarsi non sia una caratteristica di chi è anagraficamente giovane ma è un diritto di tutti, quello di avere un mondo, un progetto, una passione da sviluppare, passione che è quella che ti fa vivere e che ci metti.

Lo capisco ancora di più oggi, perché da poco sono, a 48 anni, coinvolto in “Civico53” ma anche perché negli anni 80, ad Rockstar era uno dei giornali che prendevo (ho ancora un libretto allegato ad un numero in cui erano state raccolte tutte le cose scritte da P.V. Tondelli per il mensile) e la musica, tutta, ha sempre fatto parte della mia vita.

Ricordo la prima cassetta registrata (il primo disco di Alberto Fortis) o quando registravo dalla radio le classifiche della disco dove andavo a 14 anni.

Matteo fa un riferimento alla fanzine protagonista del libro chiamandola “rivistina” (ora la ‘tina di chi lo segue?), scrive in modo naturale episodi sia allegri sia quelli che fanno, di questo un romanzo, un romanzo di formazione (si, ci voleva una frase ad effetto!!) perché la descrizione di quella scena, all’apparenza normale ma che lo induce a decidere e a fare una certa scelta, è assolutamente splendida. E come Matteo è compreso, capito ed in qualche modo aiutato dalla rockstar di San Giuliano Milanese, anch’io, in tempi diversi ho “scelto”, compreso e capito da altri.

Leggerlo è veramente “sentirsi bene” per un’ora, o anche di più, se ti fermi a ricordare, e si sa che quando la mente ed i ricordi partono non sai mai dove arriveranno e fino a quando.

Scoprire il libro è stato un puro caso ed è per questo che ora lo consiglio. Se il caso ha voluto che lo trovassi in una libreria romana, vuole dire che (non per caso) deve essere fatto conoscere.

da leggere: ascoltando una compilation anni 80 e bevendo coca e rhum o gin tonic

Sotto Anestesia – furibonde avventure new wave di provincia

Matteo B. Bianchi – Edizioni Terre di Mezzo

ISBN 9788861891623

Pagine 48, € 4,00

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