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Shame

Si, ieri ce l’ho fatta!

L’aspettavo da quando il film è stato presentato a Venezia, dove Fassbender ha vinto la Coppa Volpi quale miglior attore. La febbre è aumentata quando il film ha concorso pure per i Golden Globe (e ci sono rimasto un pò male per le esclusioni dalle nominations) anche se a Mantova, il film, non è uscito come sul resto del territorio nazionale ma una settimana dopo.

E ieri, sono andato.

La prima sensazione, a film finito, è stata sgradevole ma non sapevo bene il perchè. Si, l’attore si è veramente dato al regista ed al pubblico, come in “Hunger” (film dello stesso regista e sempre con Fassbender,  mai uscito in Italia, tanto meno in dvd che si può recuparare su Amazon in lingua originale era successo qualcosa di simile).

Lo sguardo, fisso, spesso liquido, ossessivo, ossessionato è la maschera che Brendan, questo maschio sex addicted, ha sul volto per tutto il film, film che non riesco a trovare scandaloso, nonostante su questo elemento sia stata ahimè improntata tutta la campagna di lancio.

Quello mi resta è l’aver visto di un film sulla morte, sulla ossessione. Fin dall’inizio, con il corpe di Fassbender avvolto in un lenzuolo azzurro/grigio, come fosse morto. Da qui in poi le varianti di quel colore sono sempre presenti: tutto è plumbeo, cupo. I colori sono freddi, i blu, gli azzurri, i grigi, la casa, tutta color bianco, mobili compresi, la sciarpa è grigia, il cappotto pure, se Brendan indossa una camicia è azzurra su pantaloni grigi, le luci sono solo al neon, il cielo è grigio, la notte la si percepisce fredda… le luci al neon dei locali, i taxi gialli e nient’altro. Perfino i corpi dei protagonisti sono di un rosa “spento”. Fino alla pioggia finale, è un alba livida? un crespuscolo cupo? A ben pensare ci sono solo tre colpi di colore: uno è il cappello della sorella di Brendan e gli altri due… sono da scoprire.

Il montaggio è insolito, un “avanti-indietro” in certe situazioni, a volte iper veloce, a volte lento, la colonna sonora è un misto fra musica classica e jazz.

Curiosa è la scelta italiana del manifesto rispetto alle scelte fatte nel resto d’europa ma si sa, da noi meno si vede e meglio è, specie se si tratta di un uomo… Quindi ho inserito all’inizio il manifesto francese e a fine pezzo, quello nostrano 🙁

 

 

 

 

 

 

 

 

Da leggere ascoltando musica jazz e con un Martini con le olive

giannolo, 30.01.2012

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