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tentacoli che ti riportano a fondo o braccia alle quali aggrapparsi per non affondare?

Questa volta, prima di scrivere un pezzo, mi sono fermato un pò a chiedere se fosse il caso o meno. Sapevo che avrei parlato delle solite cose. La voglia di scrivere, l’impellenza, mi è venuta in due giorni diversi ma l’occasione era la medesima: il rientro a casa da qualcosa (sempre da una sala cinematografica). Il “da dove” però è poca cosa… A ben vedere anche i pensieri sono sempre gli stessi, legati alla “resistenza” di certi miei atteggiamenti. Si, atteggiamenti diversi, ma con lo stesso risultato finale…

La solitudine.

Che sia con qualcuno, che stia con qualcuno, che sia a casa mia o a casa dei miei, questo senso non mi abbandona mai e, come la piovra peggiore, allunga i tentacoli per tirarmi a se, verso le “mie” sabbie mobili, verso il fondo! 

La cosa che mi fa più rabbia è che questi momenti arrivano improvvisamente (per una frase sentita, una canzone, un ricordo) ma il retrogusto resiste per un pò. Per un bel pò! 🙁

Ora, vediamo il sabato.

Mattina ok a casa, aperitivo, a Mn a vedere un film, pure l’idea di stare a casa un sabato sera mi faceva piacere: pregustavo un film in dvd o vedere il mio primo blue ray, o ascoltare un cd appena scartato o… iniziare “Non ti addormentare” . Invece? Beh, appena uscito dal film, alle 18:00, mi sono trovato nella nebbia, nel freddo (oh, a me piacciono questi elementi invernali) ma mi è bastato sentire una canzone che sono sprofondato di… 20mila leghe (sotto i mari).

I miei incubi, i miei pensieri avevano le forme più strane: dal pesce più piccolo a quello enorme, come le mie paure e i miei “blocchi”: dalle cose di tutti i giorni a quel che ne sarà di me. Non da 0 a 10 ma da 0 a infinito…

Ma perchè non devo essere un pò più felice? Se non felice, sereno. Lo sono stato… ma quante poche volte?

O è l’entusiasmo per le cose che non ho più? Allora, come si fa quando ti devi disintossicare da un alimento, per un pò non fai più nulla in modo che poi gradualmente (ri)torni a vivere. Ma lo sai, lo sai che in genere questa regola spesso non vale, che è subdolo, illusorio, quel sentirsi bene a casa, sul divano: “toh, magari faccio un sonnellino…”, oppure mi addormento senza accorgermene e così, un’altra volta ancora, il dvd, il blue ray, il cd… tutto aspetta. tanto c’è domani, no? E se il domani non ci fosse?

Ieri più o meno la stessa cosa, con l’aggravante che a pranzo sono molto stato bene: i miei genitori da me, un aperitivo che ha riempito i loro occhi, la loro sorpresa nel sentire un pavimento caldo e confortevole… e poi? Un giro in città, un film (cha parlava di Marais, di rue de Turenne, un film che in qualche modo aveva a che fare con Parigi) ma… a metà film, il ko. Il rientro, uguale a quello del giorno prima, il conto delle cose non fatte, anche solo la cena al Cubo di Mn, o un aperitvo, tanto per fare un esempio. Poi un giro in chat per vedere le persone che spariscono davanti agli occhi, Come in “Se mi lasci ti cancello”

Non so, come spesso accade, di cosa ho parlato, anzi scritto. I tentacoli della foto sono più che altro, non tentazioni ma una sorta di canto delle sirene, ti richiamo a se per illuderti di star bene nel loro vortice fatto di “divano, tuta, cena” ma sai che non è così e, porco cane, tu però perseveri ancora, sempre, continui, ci ricadi… tanto c’è domani.

 

giannolo, 23.01.2012

da leggere con un doppio tiramisù, senza pensare al nutrizionista

E tu cosa ne pensi?