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Una nuova avventura di nome Piero…

Piero
Piero

Il mio 2013 è iniziato bene.

Sì, strano a dirlo, soprattutto per me. Ho avuto gli ultimi giorni dell’anno incasinati, sconclusionati, pieni di progetti (ed è positivo, con Civico53 che va bene) e altri giorni no, per alcune delusioni.

Un fine anno all’insegna dell’atmosfera parigina ricreata al civico 142 e poi, dal primo gennaio un’onda di positività (mi piace pensare legata anche al mio amuleto), un’atmosfera insolita. Voglia di lavorare e di fare per civico, e non solo, idee e collaborazioni che nascono, incontri con persone che (almeno per ora) non spariscono ma anzi sono presenti (anche se devo lanciarmi con un pessimo inglese facendo traduzioni simultanee o voli pindarici per dire una sola frase).

Pure con i film si inizia bene. Il primo film dell’anno è stato quello di Tornatore, diverso per fortuna dai vari “Baaria” o “Malena”, più simile a quello che per me è il suo miglior film (“La Sconosciuta”). Il secondo è stato “Jack Reacher” dove, a parte il Tom fuori luogo e parte, si riesce a seguire un film d’azione e ritmo.

Mi sono divertito con i miei al centro commerciale, abbiamo messo in piedi un torneo di carte… ma la cosa più emozionante è successa il 4 gennaio.

Dopo tentennamenti e rinvii sono andato al canile. Il mio sogno è sempre stato quello di avere un cane soltanto che, dopo la morte del nostro ultimo, quasi 20 anni fa, tra l’altro la prima occasione in cui ho visto mio papà piangere, ci eravamo ripromessi un categorico “basta cani in casa”.

Sono andato grazie al fatto che un amico, in quel canile, fa il volontario. Vedo un cane, due, tre… Per ognuno penso: “questo me lo porto a casa”. So che è “solo” una visita. I miei sono stati categorici, ho tirato in ballo la Pet Therapy ma in effetti, un cane non è (suona banale?) un giocattolo, ti dà tanto se gli dai tanto. Per di più abbiamo spazi ristretti, insomma, qualche vincolo c’è.

Arrivato davanti a una gabbia… infilo il dito nella grata ed il mio amico: “Occhio che questo è un po’ incazzoso” e, invece, questo, con un nome splendido (Piero), mi dà la schiena, se la fa grattare in un senso e poi pure nell’altro. Fin quando fa passare la sua testa e poi il suo musetto vicino alla mano… Colpito al cuore.

Dopo un po’ incontro Apollo, simile al mio ultimo cane, ugualmente coccolone ma più giovane (un anno e passa, Piero ne ha 6 ed è da più tempo che sta li) e quindi più bisognoso di camminate nei campi ed è un po’ troppo saltellante, almeno in vista della possibilità che alla fine venga a stare da noi.

Torno da Piero, abbaia perché vado. Si, vado ma la scintilla è scoccata.

Quelli del canile sono stupiti dal suo comportamento, dato che di solito è un “cagacazzo” e io già fantastico su come e dove gestire lui e il mio tempo.

Ne parlo a casa, la risposta è la medesima: “non abbiamo posto”. Ma io penso, penso a cosa fare fin quando ieri, 07.01, vengo a sapere che c’è una forma di affido per chi non ha spazio. Sicuramente questa sarà la mia soluzione: serve un sacco di cibo al mese, acquistare un guinzaglio, andare a trovarlo quando si vuole, giocare con lui…

A cena, come capita spesso a casa, anzi, a fine pasto si parla e, ricordando per certi versi la scena di “Mine Vaganti” o molto più semplicemente, il mio coming out, dico che “ho deciso di adottare…” e mostro la foto di Piero (che è già stato definito, per la legge delle somiglianze fra cane e persona, incazzoso e tenero oltre che lunatico, come me. Aggiungerei pure cicciottello, in più C< dice che è vanesio come il suo padrone (e in effetti  Piero è la star del mese di luglio del calendario del canile). Spiego il funzionamento e click…

Dico solo che, oggi  al telefono, mia mamma ha detto “Saluta Piero”. 😉

Che è successo?

Mentre raccontavo le norme dell’affido i miei genitori hanno iniziato a pensare come fare spazio in cortile, dove farlo dormire al coperto, io dicevo di non voler eliminare la parte di “fiori e verdura” che papà cura e che è una sua passione, ci siamo trovati concordi di non averlo in casa per motivi di igiene (visto che la maschera per l’ossigeno di mia mamma deve essere sempre disinfettata), lei si è proposta addirittura di uscire a trovarlo con la bella stagione.

Per evitare delusioni o contrordini preferisco iniziare con l’affido, vedere come va ma credo che presto, Piero avrà, dopo molti anni, una casa per lui e molte attenzioni.

Cavalco ancora l’onda positiva… Si avvicina il 16.01, giorno del secondo appuntamento de “Il Gallo Lettore”, questa volta con un fumetto giapponese e poi, via, progetti, collaborazioni…

Apollo
Apollo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

giannolo, 08.01.2013

1 commento su “Una nuova avventura di nome Piero…”

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