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Gli amici (non) ritrovati

Facebook ci tiene tanto. Vorrebbe che mi lanciassi in un viaggio indietro nel tempo e contattassi i miei vecchi compagni di scuola.

Io, francamente, pensavo che fosse tutto sepolto sotto un cumulo di terra. Anzi, ne sono sicuro: ho spalato personalmente, per anni, con rabbia e ostinazione, ogni singola zolla. Con molto più ardore, ad essere sinceri, di quello con cui mi sono impegnato a costruirci sopra qualcosa. La versione ufficiale che mi sono dato è che, intanto, ho creato fondamenta solide su cui far attecchire, un giorno o l’altro, qualcosa di buono.

Ma, tutto questo, Facebook non lo sa. E, con le “migliori intenzioni”, vorrebbe che io, ora, andassi a scavare fra le macerie… Mi spiace, ma non funziona così.

In fin dei conti non eravamo nemmeno veramente amici. Se ricordo bene, eravamo solo compagni di classe, nel senso più neutro del termine, almeno per quanto riguarda la maggior parte di loro. A dirla tutta, con qualcuno avrei anche qualche feroce conto in sospeso. Certe cose non si possono dimenticare, si portano dentro.

Devo ammettere però che, con alcuni, il legame era più forte e passavamo molto tempo insieme, anche fuori da scuola. Tra me e loro, però, c’era sempre una piccola grande distanza che non poteva (e non avrebbe mai potuto) essere colmata. La sentivo io e la sentivano loro.

Se oggi mi capita di incontrarli la sensazione è strana. Non posso realmente dire di conoscere persone che ho frequentato quando eravamo bambini o adolescenti e poi non ho più visto per anni. Non siamo più le stesse persone. Al massimo posso dire che un tempo li conoscevo. Ma ora…

Ammetto che, pur non avendo mai accontentato facebook, una sbirciatina qua e là l’ho data… Mi sono avvicinato ai loro profili con un po’ di timore e imbarazzo, per paura del confronto. Qualcuno si è sposato, qualcuno ha già divorziato. In diversi hanno figliato. Insomma… decisamente nulla di invidiabile. Tutto sommato, sembra che a loro non stia andando molto meglio che a me.

Qualcuno, poi, invecchia decisamente male, il che, comunque, è sempre una gran bella consolazione e mi fa credere che, almeno ogni tanto, la giustizia riesca a centrare il bersaglio. Eh già, l’alopecia androgenetica non è la migliore compagna di vita per un uomo, almeno quanto la forza di gravità non lo è per una donna…

E voi? L’avete fatto quel tuffo nel passato?

c.

p.s. sia chiaro: io adoro gli uomini a ricrescita zero 😉

E tu cosa ne pensi?